Walter Scott, l’ideatore del moderno romanzo storico, non si fece mai contagiare dall’ossessione romantica per il meraviglioso, l’orrifico, lo strano. Della narrativa fantastica non sopportava l’abuso di immaginazione, la continua e insistita ricerca di una meraviglia destinata a consumarsi ad ogni “tocco” successivo al primo. Il soprannaturale in narrativa, sosteneva, deve essere trattato con “delicatezza”. E le sue manifestazioni dovrebbero mantenersi rare, brevi, marcate da quella indistinzione che non si risolve e che riesce a conservare intatta la sua efficacia.